Assistere ad una corrida va contro i nostri ideali, eppure l’abbiamo fatto! Si, perchè volevamo vedere con i nostri occhi quei milioni di persone che si riuniscono nelle arene cosa provano, cosa li spinge ad andarci.
Arriviamo a Las Ventas, l’arena più importante di Madrid, e sembra una festa. Sono tutti felici, anche i bambini… Acquistiamo i biglietti (44 € il più economico che c’era, perchè ci sono biglietti che arrivano a costare anche 150€) e ci accompagnano al nostro posto. Appena dentro c’erano tantissimi posti vuoti, quindi, per un attimo abbiamo pensato che forse i madrileni avessero capito, che avessero cambiato idea riguardo alla corrida…. pochi attimi e non c’è più un solo sediolino vacante. Tutti urlano incitando i toreri, sono ansiosi di veder cominciare lo spettacolo…. e che spettacolo!
In circa due ore sono morti 6 tori, e questo fa divertire le persone… bambini compresi…
Tanta crudeltà e violenza contro questi animali indifesi. Grossi, ma indifesi! Che appena mettono piede su quel terriccio bagnato non hanno altro destino se non la morte!
Entrano già impauriti essendo stati in un ambiente buio e piccolo per la loro stazza. Solitamente cercano di tornare indietro, ma trovando la porta chiusa corrono nel grande cerchio fin quando uno dei toreri non esce dal burladero facendosi notare, e inizia a toreare.
Lo scontro vero e proprio ha inizio quando il matador (torero) spinge il toro verso il picador (torero a cavallo). Quest’ultimo infligge ripetutamente dietro il collo dell’animale un’asta chiamata pica (un arpione di legno con una punta uncinata di metallo), per indebolirlo ed impedirgli di muovere la testa.
Dunque giunge il turno dei banderilleros, che conficcano nel corpo dell’animale già stremato e sanguinante una serie di banderillas, ovvero dei piccoli arpioni di legno coperti di carta colorata dotati di un rampone per attaccarsi al dorso del toro ed aumentare il sanguinamento.
In conclusione è il momento dello show del matador, che istiga il toro con la famosa muleta, il drappo color rubino. Il macabro gioco continua finché il toro non si inginocchia a terra, sfinito e in preda ad un’atroce sofferenza. Con un gesto teatrale, il matador prima conficca l’estoque (la spada) tra le scapole dell’animale uccidendolo, poi la estrae nuovamente, tra gli applausi della folla.
Sembra finita qui, ma lo strazio continua. Prima di trainare il toro ormai morto in giro per l’arena, gli infliggono l’ultimo colpo fatale direttamente alla testa.
Non venite a dirmi che è tradizione, è soltanto violenza gratuita nei confronti di animali indifesi!
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