La tribù delle “Donne giraffa”

Donna giraffa

Nel nostro tour in Thailandia del Nord, era compresa la visita al villaggio delle cosiddette “Donne giraffa“. Un’escursione dagli aspetti controversi. Scopriamo meglio chi sono e perchè sarebbe meglio evitarla.

Donne giraffa al lavoro

Donne giraffa al lavoro.

 

Appartengono alla tribù Kayan chiamata anche Paduang di origine birmana. Sono rifugiate in Thailandia a causa di un conflitto con il regime militare. Erano in cerca di asilo politico e di aiuto, ma è andata diversamente. 

Queste donne sono diventate una delle attrazioni turistiche più redditizie per il governo thailandese. Il loro nome “Donne giraffa“, deriva dal fatto che già dall’età di 5 anni, mettano degli anelli intorno al collo, alle braccia e anche alle gambe.

Bambine giraffa

Bambine giraffa.

 

Con l’avanzare dell’età, aumentano anche gli anelli. Una donna adulta può indossarne fino a 25. Il peso degli anelli provoca uno slittamento della clavicola e una compressione della gabbia toracica dando l’illusione di un collo molto lungo, da “giraffa”.

Donna giraffa al telaio

Donna giraffa al telaio.

 

Il motivo?! Ce ne sono vari. Il più plausibile sarebbe che un collo lungo è considerato simbolo di bellezza e prosperità e risulterebbe attraente per gli uomini. Alcuni ritengono che mettere gli anelli sia una libera scelta, per portare avanti la tradizione. Ma se nessuno più li indossasse, quale sarebbe il motivo per prendere una gip, attraversare la foresta e far visita a questi villaggi? Nessuno! 

Sono birmane, non hanno pieni diritti come i thailandesi. Non hanno accesso all’energia elettrica, alle strade, alla sanità e alle scuole. Sono rilegate in villaggi come fossero animali in gabbia senza poter decidere di vivere una vita propria. Non sono libere come sembra e dietro i loro sorrisi c’è tanta tristezza.

Bambini del villaggio

Bambini del villaggio.

 

 Tanti cadono nella tentazione di vedere, nella curiosità, ma ve lo diciamo noi che in quella trappola turistica ci siamo caduti per un tour già pagato. Non c’è molto da vedere. Una fila di bancarelle e persone che sono costrette a stare li per riempire le tasche ai tour operator thailandesi.

Queste donne non potranno mai scegliere la loro vita finchè i turisti continueranno ad allargare questo giro di affari. Se proprio non resistete alla tentazione, almeno affidatevi a tour operator seri e informatevi bene sul villaggio che visiterete! 


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